Storie di conflitti quotidiani: da Lecce a Bari i
lavoratori della sanità pugliese rivendicano dignità contro la precarietà del lavoro.
Appena hanno occupato i lungomare di Bari, una sorta di tangenziale est a
quattro corsie, i lavoratori in lotta della sanità
di Lecce hanno ringraziato i colleghi della provincia di Bari accorsi a
manifestare con loro, hanno intonato "Bella ciao" e immediatamente
hanno deciso di permettere il transito solo dei bus per il trasporto cittadino:
"i servizi pubblici devono essere garantiti", sono state le parole di
alcuni di loro.
Sono arrivati in pullman da Lecce, dove da quasi due mesi sono in presidio
permanente davanti alla direzione generale della Asl, i quasi 150 lavoratori e
lavoratrici della Sanitaservice, società
in house costituita qualche anno fa per avviare il processo di
internalizzazione dei servizi delle pulizie nel Salento. E' dal 2008 che hanno
avviato una vertenza per non continuare ad essere usati come gli utensili
(scope, detersivi e disinfettanti) che utilizzano per mantenere puliti i
reparti, i pronto soccorsi e le sale operatorie: ogni tre anni assunti e poi
licenziati da una società (o meglio
cooperativa) appaltatrice ad un'altra; ogni tre anni con nuove condizioni di
lavoro e contrattuali tutte al ribasso; ogni tre anni a controllare che siano
stati versati i contributi pensionistici. Ma poi ci si accorge che questi
diminuiscono sempre più; perchè diminuiscono le ore di lavoro, la busta paga passa
da 700-800 a 500-600 euro al mese. E come se non bastasse si è costretti a svolgere anche le mansioni degli
infermieri e degli ausiliari lungo le corsie ospedaliere, anche loro
precarizzati come delle merci "usa e getta".
Ci si accorge che si è vinta solo
una battaglia parziale: l'internalizzazione al momento è
solo parziale, molto lontana da quello che hanno rivendicato per anni e da
quello che gli avevano promesso le istituzioni regionali, in primis il
governatore Vendola, che aveva fatto della salvaguardia dei diritti dei
lavoratori e della loro stabilizzazione nella sanità
uno degli slogan mediatici più efficaci
della sua seconda campagna elettorale per la presidenza della Puglia.
Oggi i lavoratori e le lavoratrici, che rivendicano "dignità contro la precarietà
del lavoro", non accettano le critiche tardive degli amministratori locali
e dei sindacati confederali agli effetti devastanti della spending review
attuata dal governo Monti e votata senza batter ciglio da PD e PDL lo scorso
autunno. Con i tagli alla sanità pubblica e i
"piani di rientro", che tutto colpiscono tranne le clientele e la
corruzione tra privato e management sanitario, si è
costretti, non solo a garantire la pulizia e l'igiene, ma anche altri servizi
non di propria competenza. Tutto questo a causa della "spending
review" e di tutte quelle controriforme attuate negli ultimi decenni per
delegittimare il servizio pubblico sanitario e aprire le porte ai privati,
pronti ad utilizzarlo per fare profitti, e ridurlo a un servizio per cittadini
di serie B.
E i casi di corruzione in Puglia, di commistione tra privato ed istituzioni non
sono rari (leggi
http://www.ilmegafonoquotidiano.it/news/anche-se-voi-vi-credete-assolti). Ma a
pagarne le conseguenze sono sempre loro: i/le lavorator* e gli utenti-pazienti,
ossia coloro che subiscono sulla propria pelle la chiusura dei presidi
ospedalieri, l'aumento del ticket per far fronte ai tagli, in nome di un debito
pubblico, che sempre più aumenta per
salvare le banche, i suoi banchieri e un sistema finanziario che non regge più.
Per i lavoratori e le lavoratrici in lotta della Sanitaservice non è solo una battaglia per l'internalizzazione, per
strappare un minimo di dignità in più, ma il presidio permanente a Lecce e l'occupazione
del lungomare di Bari significa anche salvare il servizio pubblico sanitario,
un caposaldo della democrazia che garantisce diritti universali e non li
confonde con i privilegi.
19 marzo 2013
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