mercoledì 18 dicembre 2013

Alegre contro la crisi

Caro amico, cara amica,

Il 2013 è stato un anno nero per l’editoria italiana, che già veniva da due anni molto difficili. Un anno fatto di segni meno sulle percentuali di vendita, di librerie chiuse (quasi sempre, purtroppo, quelle indipendenti) e di editori che decidono a malincuore di fermare le proprie pubblicazioni. Per noi il 2013 è stato però anche il decimo anno (il primo libro di Alegre uscì il 12 ottobre 2003). 10 anni e quasi 100 libri pubblicati sono per noi un grande orgoglio, un risultato forse impensabile all’inizio di questa impresa editoriale. E che ci rende ancora, nonostante tutto, determinati ad andare avanti, a resistere al vento che vorrebbe spazzar via chi si oppone allo spirito del tempo e continua a fare libri per sgonfiare le favole dei potenti, a produrre pensiero forte per trasformare la realtà.
Per provare a far quadrare dei conti che non quadrano mai, c'è stato e c'è bisogno di più energie e idee per fare, diffondere e creare dibattito sui nostri libri. Abbiamo aumentato il numero di iniziative e presentazioni, costruito con grande cura il festival della rivista Letteraria, incrementato le nostre presenze nelle Fiere del libro disseminate per l’Italia, quadruplicato i nostri banchetti itineranti in tantissime feste e iniziative. Non solo, ci siamo messi in rete con altri e abbiamo fondato l’Associazione Odei, l’osservatorio degli editori indipendenti, per difendere la bibliodiversità in un mercato editoriale oligopolistico, proponendo iniziative comuni con cui affrontare un 2014 che si prospetta altrettanto duro.

lunedì 16 dicembre 2013

Dicembre2009, Socrate migrante

Quattro anni fa l'occupazione dell'ex-liceo Socrate. Il racconto di quei giorni, le prime assemblee organizzative, le storie dei migranti tra persecuzione, coraggio e speranza...

Socrate Migrante
di Ornella Bellucci, da Il Manifesto
Dicembre 2009
A Bari seconda occupazione. Dopo il Ferrhotel, l'ex Socrate. 40 rifugiati somali cacciati dal centro di accoglienza e rimasti per strada occupano un ex liceo di proprietà del comune, chiuso dal 2005 perché dichiarato inagibile. Nella città di Emiliano l'emergenza casa parla africano

BARI - Per la seconda volta nel giro di due mesi l'emergenza abitativa a Bari spinge un gruppo di profughi africani a occupare uno stabile dismesso. Non in centro però, dove c'è il Ferrhotel di Trenitalia occupato da 40 somali, ma a sud della città, verso Poggiofranco. La notte tra il 15 e il 16 dicembre circa 140 di loro, tra cui eritrei, sudanesi, etiopi, hanno occupato la struttura su due piani che avrebbe dovuto ospitare la prima succursale del liceo Socrate, di proprietà del comune, dichiarata inagibile nel 2005 e perciò chiusa (salvo essere occupata di tanto in tanto dagli studenti per denunciare l'assenza di spazi sociali). Da qualche tempo a Bari le rivendicazioni per il diritto alla casa, prima di essere poste dai senza tetto stanziali (migranti e italiani), arrivano da loro. Sono tanti, ributtati in strada dopo il passaggio al Cara, e costretti dagli accordi di Dublino a restare temporaneamente nel territorio.
Gli occupanti dell'ex Socrate sono rifugiati politici, più alcuni richiedenti asilo. Molti vengono da precedenti esperienze di occupazione e sgombero a Milano. Sono organizzati. Gianni De Giglio, impegnato sul territorio nelle lotte per la casa e aderente alla Rete antirazzista, ricorda la vigilia dell'occupazione. «Il 15 dicembre hanno organizzato un sit-in sotto il comune. Hanno passato la notte lì in 40-50. Il giorno dopo una loro delegazione è stata ricevuta dal prefetto e dall'assessore comunale alla Pace e all'Accoglienza, i quali anziché fornire risposte concrete, hanno prospettato la possibilità di una sistemazione temporanea in tendopoli. Loro hanno rifiutato e hanno lasciato il presidio. Il pomeriggio si sono riuniti in assemblea, erano quasi 150, e la sera hanno occupato». L'assemblea si è tenuta nella sede della comunità eritrea residente a Bari, alla quale molti occupanti fanno riferimento. La mattina dopo ne hanno convocata un'altra, nella palestra della scuola. «Si sono contati, segnando i nomi su un registro. E hanno eletto un comitato di occupazione». Nelle assemblee si parlano tre lingue, perciò sono lente, ma molto partecipate. Il comitato ha poi smistato i nuclei familiari nelle 28 aule disponibili. Nelle più grandi ci sono gli uomini, 7-8 per stanza.

venerdì 13 dicembre 2013

12D, Roma. Chi semina austerity...

La più grande città universitaria d’Europa militarizzata, tre cariche della celere e due studenti fermati. Questa è la firma lasciata sull’università La Sapienza dalle istituzioni di questo paese, ospiti oggi a un convegno/passerella sulla “green economy”. 

Contro l’ipocrisia di chi parla di crescita ma continua a proporre ricette economiche fallimentari e devastanti, oggi abbiamo manifestato in centinaia, studenti e studentesse universitar* determinati a non rimanere impassibili di fronte a “visite” del genere. 
Non si può pensare di distruggere l’università pubblica, trasformarla nella più grande fabbrica di precarietà di questo paese, e pensare di usarla per passerelle retoriche e ipocrite. La violenza con cui questa farsa è stata oggi difesa da centinaia di poliziotti, dimostra il nervosismo e la paura dei principali responsabili dell’austerità di fronte ad una conflittualità sociale che dovrebbero considerare scontata. 

mercoledì 11 dicembre 2013

Dicembre2009, mobilitarsi per riprendersi un diritto

A quattro anni dall'occupazione dell'ex-liceo Socrate pubblichiamo l'Appello della manifestazione che ha preceduto di pochi giorni la riappropriazione di uno spazio abbandonato per renderlo un'abitazione.

 

APPELLO Contro ogni razzismo e la crisi - Diritti sociali per tutte/i!

Manifestazione, sabato 12 dicembre 2009 
h. 15.30 Piazzale Madonella, Bari
dalla parte di tutte le lotte per la casa, il reddito, il lavoro, i diritti per tutte/i

Quello che sta accadendo nel nostro paese è molto grave.
Dalle norme contro i migranti alla crisi economica, dalla fragilità del diritto d´asilo ai nuovi dispositivi di regolamentazione della vita sociale che alimentano e legittimano la paura e la violenza nei confronti di ogni diversità. A partire dai migranti, si discriminano e si attaccano le donne, i gay, le lesbiche, i bisessuali ed i transessuali.
E´ controllo e negazione dei diritti, impossibilità di autodeterminare scelte nella propria vita. Sotto attacco sono le libertà ed i diritti di tutte/i.
 
Nel nostro paese si va determinando sempre più un pesante clima razzista, fomentato e rafforzato dal Governo e dalla Lega. Da molti mesi una gigantesca campagna politico-mediatica diffonde la paura dell´immigrato, presunto responsabile dell´insicurezza pubblica. Il pacchetto sicurezza insieme a dispositivi dei governi locali, sia di centrodestra che di centrosinistra, introducono norme discriminatorie. L´introduzione del reato d´ingresso e soggiorno irregolare, tra le altre cose, determina un meccanismo di delazione diffusa che mina ogni solidarietà sociale, producendo una sensazione di rischio e di pericolo complessivo che interviene nella vita di tutte/i, non solo dei migranti. I respingimenti collettivi dei richiedenti asilo verso la Libia ed i paesi di provenienza, il cinismo degli accordi bilaterali di riammissione, il contrasto militare alle imbarcazioni dei migranti, lo sfruttamento del lavoro migrante, le ronde, gli sgomberi dei campi rom, le limitazioni ai ricongiungimenti familiari, le limitazioni matrimoniali, l´impossibilità di accesso all´iscrizione anagrafica, l´impossibilità di permesso di soggiorno al compimento del 18° anno senza requisiti, e molto altro ancora.

martedì 10 dicembre 2013

L'epilogo (annunciato) della sinistra.

Da communia.net


Matteo Renzi ha vinto. E' lui il nuovo che avanza. Lo era già da tempo ma con le primarie dell'Immacolata si è consacrato definitivamente in questo ruolo. 

Chiude un'epoca, quella aperta da Achille Occhetto con la svolta della Bolognina, anche se non è possibile sapere quanto durerà e come lo farà. 


Diciamo innanzitutto che la polemica su quanto il segretario del Pd sia più o meno di sinistra non ci interessa. Per la semplice ragione che il Pd ha smesso di essere il partito della sinistra – se per sinistra si intende una traduzione politica, riformista o radicale, degli interessi di una determinata classe – da tempo lontano. Sono forse di sinistra D'Alema, Veltroni, Bersani e tutta la generazione di ex Pci che sono usciti con le ossa rotte dal voto delle primarie? Non è stato il principale antagonista di Renzi, D'Alema, a importare per primo in Italia il pensiero blairiano a metà degli anni 90 quando battagliava, pesantemente, con la Cgil di Sergio Cofferati? E sempre D'Alema non aveva forse "sdoganato" la guerra a sinistra, bombardando Belgrado con i suoi partner nella Nato? Non era stato già Veltroni, nel 2007, con il discorso del Lingotto a dare l'assalto all'articolo 18 e poi, da segretario, a sdoganare il razzismo istituzionale dopo l'omicidio Reggiani a Roma? Gli esempi potrebbero continuare. 

lunedì 9 dicembre 2013

Ken Loach a fianco della Palestina

Il grande regista intervistato da Frank Barat.


Potresti dirci come sei venuto a conoscenza e poi coinvolto nella lotta dei palestinesi per i loro diritti? 

E’ iniziato qualche anno fa, quando ero impegnato nel mettere in scena uno spettacolo chiamato “Perdizione”. Era un’opera che parlava del sionismo durante la Seconda Guerra Mondiale e sull’accordo che era stato stretto tra certi sionisti e i nazisti. Poneva sotto una luce del tutto nuova la storia della creazione dello Stato di Israele e le politiche del sionismo. In quel momento, e gradualmente poi negli anni successive, ho capito che la fondazione di Israele fu basata su un crimine nei confronti dei palestinesi. E altri crimini sono seguiti da allora. L’oppressione dei palestinesi, che hanno perso la loro terra, le cui vite quotidiane sono interrotte dall’occupazione, che vivono in uno stato di continua depressione anche al giorno d’oggi, è qualcosa di cui dobbiamo occuparci. 

Perchè la Palestina? Perchè è simbolica? 

Ci sono forme di oppressione in tutto il mondo, ma ciò che rende il conflitto tra Israele e Palestina speciale è una serie di fatti. Primo tra tutti, Israele si presenta al mondo come una democrazia. Un paese come qualsiasi altro nel mondo occidentale. Si presenta così mentre nei fatti compie crimini contro l’umanità. E’ arrivato ad essere uno Stato che applica linee di divisione a seconda della razza, come il Sud Africa dell’apartheid. E’ anche supportato economicamente e militarmente da Europa e Stati Uniti. C’è quindi una grande ipocrisia in atto; noi stiamo sostenendo uno stato che si proclama essere una democrazia, lo stiamo sostenendo in ogni modo anche se, tuttavia, è coinvolto in questi crimini contro l’umanità.   

domenica 8 dicembre 2013

Le bugie di SeL sui referendum del 12 giugno 2011

Pubblichiamo il seguente comunicato stampa:

Assistiamo allibiti all’ennesima mistificazione della realtà a proposito dell’applicazione dei risultati dei referendum sull’acqua del 12 e 13 Giugno 2011. In una nota diffusa da SeL, si sostiene che la giunta Vendola abbia infine rispettato l’esito referendario del 12 giugno 2011, abbassando le tariffe Aqp per le fasce più deboli. Notizia ribadita anche dal presidente Vendola in un’intervista.

Lodevole inziativa, certamente. Ma cerchiamo di essere sinceri; ristabiliamo la verità: la remunerazione del capitale investito, abrogata dal secondo quesito referendario, non è mai stata cancellata ed è tutt'ora presente in tariffa: in pratica non è stato ancora, assolutamente rispettato l'esito referendario di 28milioni di cittadini!  E un abbassamento di tariffa per le fasce più disagiate, se pur, ripetiamo, lodevole, non cancella nei fatti, il mancato rispetto dell'esito referendario del 2011.

Tutto ciò permette nei fatti la forma privatistica di Aqp, nascondendo ai cittadini il profondo indebitamento dell’acquedotto nei confronti degli istituti di credito (402 milioni di euro nel 2014).


Chiediamo perciò alla giunta Vendola e a tutte le forze politiche pugliesi di rispettare per davvero e una volta per tutte l’esito referendario, e di avviare ora, una reale ripubblicizzazione di Aqp. Allo stesso tempo, invitiamo i dirigenti regionali di SeL a cominciare finalmente a proporre e sostenere questa linea di ri-pubblicizzazione di AqP e, in generale, di rispetto dei risultati referendari e di smetterla, quindi, di prendere in giro i cittadini pugliesi ed i loro elettori, mistificando le notizie, magari col solo scopo di riacquistare il consenso perso ultimamente, in altre vicende tristemente note, che parlano della negazione di un altro bene comune quale la salute. Risultato che non si può ottenere certo costruendo “narrazioni tossiche” e diffondendo menzogne.  

Comitato Pugliese Acqua Bene Comune

giovedì 5 dicembre 2013

La flessibilità, lavoro da precari/e

"Il lavoro, come tutte le altre cose che si comprano e si vendono, e la cui quantità può venire aumentata o diminuita, ha il suo prezzo naturale e il suo prezzo di mercato. Il prezzo naturale del lavoro è il prezzo necessario a porre i lavoratori, nel suo complesso, in condizione di vivere e di riprodursi, senza aumenti né diminuzioni" (D.Ricardo, 1817). Pur partendo dalla convinzione che "un uomo deve sempre vivere del suo lavoro e il suo salario deve essere almeno sufficiente a mantenerlo", Adam Smith e altri economisti liberisti nell'800, agli albori del sistema capitalistico e in piena rivoluzione industriale, avevano già affermato che il criterio di fissazione dei salari doveva essere "lasciato alla reale e libera concorrenza di mercato, e non essere mai controllato per legge".
Qualche decennio dopo a questa idea di mercificazione del lavoro ha risposto K. Marx con il concetto di plusvalore, secondo il quale è sempre il lavoratore a creare il valore di scambio, di cui poi il capitalista si appropria. Marx aveva ben previsto una corsa al ribasso dei salari reali dovuta alla loro contrazione, poiché i margini di guadagno legati all'aumento della produttività dei lavoratori sono sempre più estratti sotto forma di profitto, piuttosto che essere distribuiti tra chi li ha realmente prodotti mediante un aumento dei salari stessi.
Questa critica all'economia di mercato ha ispirato lotte, rivolte, scioperi che hanno innervato solidarietà, mutuo soccorso tra i lavoratori, cooperazione sociale e sindacale. In molti angoli del pianeta, soprattutto in Europa, nel secondo dopoguerra la classe operaia e il proletariato industriale hanno inciso fortemente sulle scelte politiche di partiti e sindacati (socialdemocratici e laburisti) fino ad arrivare a conquistare una serie di tutele e garanzie:
  • a livello di mercato del lavoro: impegno dei governi per la "piena occupazione", garantendo opportunità di guadagnarsi da vivere;
  • occupazionali: protezione dal licenziamento arbitrario, norme sulle modalità di assunzione e licenziamento, addebitamento dei costi al datore di lavoro in caso di mancato rispetto delle norme;
  • sul posto di lavoro: divieto di ricorrere a manodopera non adeguatamente qualificata, opportunità di mobilità "verso l'alto" in termini sia di reddito che di avanzamento di carriera;
  • di sicurezza sul lavoro: introduzione di norme sulla salute e la sicurezza per proteggersi da incidenti, da malattie, con limiti al lavoro notturno per le donne, all'orario di lavoro per permettere una dignitosa vita sociale;
  • di riproducibilità delle competenze: opportunità di acquisire ed approfondire competenze tramite percorsi di apprendistato, formazione professionale, ecc. insieme alla possibilità di applicarle;
  • di reddito sia dirette che indirette: indicizzazione dei salari, protezione sociale con forme di reddito minimo, adeguato e stabile nel tempo, integrazione dei redditi bassi, fiscalità progressiva per ridurre le disuguaglianze;
  • di rappresentanza: ottenimento del diritto di sciopero insieme a spazi, tempi durante l'orario di lavoro per avere voce collettiva tramite l'esistenza di sindacati indipendenti.

lunedì 2 dicembre 2013

Lettera aperta a Maria Carrozza

Lettera aperta al Ministro Maria Carrozza, di Piero Bevilacqua

Cara ministra Carrozza,
ho nutrito qualche speranza per le sorti della nostra università quando lei ne ha assunto il dicastero. Ho immaginato che - pur all'interno di un governo che tradiva il mandato degli elettori e nell'auspicata brevità del suo mandato - potesse intervenire almeno su un aspetto limitato, ma importante della vita dei nostri atenei. Un aspetto, come chiarirò più avanti, che non comporta alcuna spesa, realizzabile in tempi brevissimi con un dispositivo di legge. L'ho sperato perché lei è donna di scienza ed è per giunta pisana, come Galilei.
E dunque rammenterà bene il motto cui si ispirava l'Accademia del Cimento: «Provando e riprovando ». Dove quel "riprovando", come lei ben sa, non significa "provare di nuovo". Questo in genere lo credono gli economisti neoliberisti - per lo meno quelli che hanno notizia dell'Accademia del Cimento - i quali immaginano che le loro ricette falliscono e producono effetti dannosi, perché male applicate e non perché errate in sé e alla prova dei fatti. Per tal motivo vogliono "riprovare" a imporle. Mentre il "riprovare" galileiano significa rigettare, rifiutare come erronea una ipotesi che ha mostrato la sua fallacia alla verifica sperimentale. 

domenica 1 dicembre 2013

Regalati e regala un libro

In uscita per Edizioni Alegre tre nuovi libri di scritture resistenti che raccontano i tempi moderni e la visione di un futuro anteriore
 
 
I tempi che corrono (224 pag. 15 euro)
In questo libro Angelo Ferracuti raccoglie i reportage scritti sul campo negli ultimi anni, spostandosi sui treni, in corriera o addirittura a piedi, in un non comune impegno per il racconto dal vero.
Ne I tempi che corrono l’autore racconta il mondo del lavoro con la voce dei protagonisti, quasi sempre lavoratori vittime della sopraffazione e del profitto, di cui aveva già dato prova nei suoi precedenti libri. E descrive i ritratti di alcuni intellettuali di oggi e di ieri come Fenoglio, Pasolini, Brecht, Luigi Di Ruscio, il musicista Charlie Haden o il fotografo Mario Dondero di cui è testimonianza la foto di copertina.
Come ha scritto Massimo Raffaeli, «la nettezza del segno e il ritmo incalzante, una partecipazione emotiva che mai si sottrae alla resa obiettiva dei fatti, iscrivono la pagina dello scrittore fermano nella costellazione degli scrittori più amati, da Sherwood Anderson e George Orwell a Ryszard Kapuściński».
«“Un popolo degenerato, mostruoso, criminale”…”non ho speranze, non mi disegno un mondo futuro, tendo verso una forma anarchica”… Cosa avrebbe pensato Pasolini di
questa Italia? Cosa direbbe del popolo immigrato e disperato, della guerra in Iraq? Non debbo farmi più queste domande, inutile. Anzi debbo farmele più spesso. Promesso.»

Angelo Ferracuti, scrittore e reporter, ha pubblicato i racconti di Norvegia (Transeuropa, 1993), i romanzi Nafta (Guanda, 2000), Attenti al cane (Guanda, 1999), Un poco di buono (Rizzoli, 2002), i reportage narrativi Le risorse umane (Feltrinelli, 2006 - Premio “Sandro Onofri”, tradotto in Spagna da Mettok), Viaggi da Fermo (Laterza, 2009), Il costo della vita (Einaudi, 2013, Premio Lo Straniero). Scrive per il manifesto, L’Indice, per la rivista Letteraria e per la casa editrice Ediesse dirige la collana “Carta bianca”.