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La riappropriazione di spazi in stato di abbandono è
una pratica che negli ultimi tempi si sta sempre più diffondendo. Di
fronte alla negligenza e al ‘muro di gomma’ istituzionale, si tratta di
risposte dentro e contro le politiche di austerity, dei tagli al
welfare; risposte all’impoverimento generalizzato nel quale siamo
costretti a vivere. Queste esperienze, all’interno di percorsi di autorganizzazione diventano luoghi di solidarietà,
creano gli embrioni di una democrazia reale tutta da costruire, dove
discutere come soddisfare i nostri bisogni effettivi, fuori dalla logica
del profitto e del mercato.
L’occupazione a scopo abitativo dell’ex-liceo Socrate di Bari,
avvenuta da parte di rifugiati politici nel dicembre del 2009, ha
contribuito a modificare la stessa idea e pratica di occupazione: sia
nella costruzione delle relazioni con il vicinato
e tutta la città sia nelle forme di autogestione interna tra gli
abitanti. Oggi i migranti sono organizzati in un’Associazione, quale
referente giuridico per il “progetto di autorecupero”
e per l’ottenimento della residenza, che ha favorito la legittimazione e
stabilizzato la permanenza interna, rendendola sempre più un’abitazione
durevole piuttosto che un dormitorio di transito.