Dalle e dagli occupanti di Villa Roth, Bari
Voi non potete fermare il vento – Villa Roth non si tocca, i bisogni non si sequestrano.
Questa mattina alle 7.00, senza alcun preavviso, gli abitanti di Villa
Roth sono stati svegliati da una cinquantina di poliziotti che hanno
fatto irruzione nella struttura identificandoli, intimandogli di
prendere le loro cose e andarsene.
E che, è giusto ricordarlo, non sanno
dove dormiranno stanotte. In più di due anni di occupazione, la Villa è
stata una casa per senza fissa dimora in fuga dalle disumane pratiche
messe in atto nei dormitori, famiglie migranti, giovani precari,
studenti idonei alla borsa di studio e alloggio ma non assegnatari.
Ma
non è stata solo questo. La Villa è stata un cinema, un teatro, un orto,
un campetto da calcio per i bambini del quartiere, una libreria, un
luogo di socialità e cultura libero dalle logiche di profitto e dalle
legali mazzette di diritti d’autore e SIAE. Dopo essere stata
abbandonata per più di 15 anni, nell’incuria, nel degrado e alla mercè
della malavita, l’occupazione ha liberato lo spazio e gli ha ridato
valore.
E questo lo sanno i vicini di casa, scesi a darci sostegno e a
dire qualche parolaccia ai poliziotti in antisommossa, che ben ricordano
quando lì dentro c’erano solo topi e giri di eroina; lo sanno i
musicisti che si sono esibiti sempre e solo a contributo libero, ma con
gioia e soddisfazione; lo sanno le mamme del quartiere, che non
lasciavano più giocare i figli per strada ma sapevano che il pomeriggio
ci si incontrava nel campetto del cortile; i teatranti, che hanno
sperimentato la libera espressione contro il guinzaglio da finanziamenti
e progetti spartiti sempre tra i soliti noti; gli ortolani che hanno
imparato la bellezza di seminare e raccogliere, e l’hanno insegnato
anche a noi; gli studenti che hanno avuto un luogo libero e autonomo
dove incontrarsi per discutere di politica; i migranti, con cui abbiamo
diviso focaccia e zighinì; i bambini che sono cresciuti fra quelle mura e
che in quel posto avevano trovato una strana ma meravigliosa famiglia.
Mentre a Bari nessuna istituzione ha intenzione di prendersi la
responsabilità politica di ciò che sta accadendo e si rimbalzano accuse e
imbarazzi con l’occhio ben aperto verso le elezioni, e invece è
arrivato il momento di prendere posizione: chi da una parte, chi
dall’altra. Vogliamo i nomi dei mandanti; i loro sgherri li rivedremo
nelle piazze.
Villa Roth continua a fare ciò che ha sempre fatto:
credere nell’autorganizzazione, nella riappropriazione e nella lotta.
Siamo lì davanti, con musica, compagn*, amic*, fratelli e sorelle: ci
resteremo perché Villa Roth non finisce con i sigilli di un sequestro
penale, perché non è un luogo fisico ma un progetto, delle persone, dei
bisogni e dei desideri. Aspettiamo tutte e tutti, e non venite ad
abbracciarci come se fosse un funerale: da qui si riparte, più forti,
più arrabbiati e più belli di prima, con la musica e la gioia di
continuare a lottare perché, ce lo siamo appuntati sul petto con
fierezza, “la felicità è sovversiva quando si collettivizza”.
Il comunicato degli e delle occupanti di Villa Roth subito dopo lo sgombero
E'
di questa mattina a partire dalle ore 7.00 circa l'operazione di
sgombero dell'occupazione di Villa Roth a Bari, occupazione nata il
26/11/2011 in un percorso di riappropriazione della casa e di spazi di
socialità che a Bari purtroppo mancano.
Villa Roth in questi 2
anni passati di vita è stato per il quartiere, ma non solo, uno spazio
di socialità fuori le ottiche commerciali del profitto, producendo
spettacoli teatrali ed artistici vari, mostre di dipinti, serate
musicali cercando di lanciare band giovanili emergenti e non solo, una
libreria sociale autogestita da ragazzi, un'osteria popolare, laboratori
per bambini del quartiere, orto sociale di quartiere, oltre che un uso
aperto del posto a chiunque ne avesse bisogno in zona che ha comportato
la costruzione di un campo da calcetto per bambini costruito insieme le
mamme ed i papà del quartiere. Villa Roth era anche una casa per più di
una 20ina tra senza fissa dimora, precari e studenti che da oggi
rimarranno senza.
Ma tutto ciò non ha avuto importanza per il pm
della procura di Bari Giuseppe Dentamaro che scavalcando gli interessi
inesistenti sul posto da parte della proprietà, la provincia, (lo
stabile era abbandonato da più di 15 anni!) ha fatto pressioni per lo
sgombero ottenendo la firma del Gip Roberto Oliveiro che ha emanato
un'ordinanza di sequestro con la bieca motivazione di un allaccio
abusivo dell'acqua, scusante usata per tanti altri spazi autogestiti
simili in italia.
Un asso nelle mani delle procure per scavalcare i
pareri della proprietà!
E' chiarissimo il disegno che tutto ciò
comporta. In Italia a spazi di socialità autogestiti in maniera
popolare, a riqualificazioni di posti abbandonati da anni per dare una
casa a chi non la ha o non può permettersela, la risposta è sempre e
solo polizia. Da mesi si registra un aumento della repressione
poliziesca attorno gli spazi autogestiti registrando aumenti vertiginosi
nel numero di spazi che subiscono analoga sorte da nord a sud.
Nulla è importato l'appoggio del quartiere (diversi son scesi in strada a chiedere motivazioni), a nessuno è importata la perdita di una casa di tanti soggetti che vivono nella precarietà così come la perdita di uno spazio che ha dato tanto al quartiere e sopratutto ai giovani e famiglie che lo vivono.
Gli identificati, trovati all'interno nell'operazione, sono una 15ina, i denunciati 6.
Chi può accorra da subito a dare una mano agli occupanti!
Nulla è importato l'appoggio del quartiere (diversi son scesi in strada a chiedere motivazioni), a nessuno è importata la perdita di una casa di tanti soggetti che vivono nella precarietà così come la perdita di uno spazio che ha dato tanto al quartiere e sopratutto ai giovani e famiglie che lo vivono.
Gli identificati, trovati all'interno nell'operazione, sono una 15ina, i denunciati 6.
Chi può accorra da subito a dare una mano agli occupanti!
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