Le istituzioni non garantiscono la seconda accoglienza, ma garantiscono invece sgomberi e repressione.
Stamattina
gli e le abitanti della ex casa del profugo, dopo alcune settimane di
permanenza nella struttura di proprietà della sovraintendenza ai beni
culturali, hanno deciso di entrare nel mercato coperto di Poggiofranco.
Anche in questo caso parliamo di una struttura pubblica lasciata al
degrado e ormai in totale stato di abbandono da diversi anni. A nulla
sono servite le solleccitazioni e le richieste fatte in questi giorni
dagli occupanti alle istituzioni locali, in primis al sindaco, nel
prendere posizione sullo stato attuale dei e delli rifugiat* nella
nostra città, sul diritto dei e delle migranti ad avere una vita
dignotosa ed un tetto sulla propria testa. Ma come avevamo previsto,
nessun* (compreso il sindaco) ha risposto.
Forse perchè i migranti non hanno diritto di voto e quindi non possono essere dei papabili elettori del centro-sinistra?
Senza
ribadire nuovamente le responsabilità delle istituzioni locali, in
particolare del comune di Bari che ha la competenza e la responsabilità
politica di dover garantire la seconda accoglienza, i e le migranti si
sono ritrovati a dover trovar una sistemazione più dignitosa di quella
precedente, mantenendo intatta la loro volontà di recuperare uno stabile
pubblico abbandonato per renderla una casa a tutti gli effetti. Gli
stessi protagonisti stanno dimostrando concretamente che un'altra
politica di accoglienza nella nostra città sia già praticata partendo
dall'autodeterminazione e dell'autorganizzazzione di chi viene lasciato
ai margini. Ma nonostante questo stamattina nel giro di un'ora, dopo
essere entrat* nella nuova casa, ci si è ritrovati con il solito muro
contro muro, le istituzioni hanno utilizzato strumentalmente la legge
per reprimere e per sgomberare una struttura occupata per necessità da
una soggettività in lotta. Le stesse istituzioni che in uno "stato di diritto" non garantiscono la seconda accoglienza.
I e le occupanti ora sono in sit-in sotto il comune di Bari.
Supportiamoli.
Febbraio 2014
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