I migranti, che da febbraio scorso vivono in condizioni di
quasi invisibilità nell'ex convento di Santa Chiara sul lungomare di
Bari (Casa del rifugiato), hanno scritto una lettera per mettere in evidenza le loro condizioni di disagio permanente
quando arrivano in Italia a causa delle leggi e accordi dello Stato. Al
momento nella Casa del rifugiato sono presenti circa trenta/quaranta
persone, tra cui anche italiani sfrattati, senza casa e reddito.
Attraverso la solidarietà e una rete di supporto autorganizzata oggi si
riesce a garantire una cucina per una mensa autofinanziata e corsi di
italiano presso l'Ateneo di Bari.
Nel frattempo però, dopo
aver subito uno sgombero lo scorso 26 febbraio, le istituzioni
competenti, dalla Prefettura al Comune di Bari, non hanno dato concrete
risposte ai loro minimi bisogni quotidiani e alle loro rivendicazioni.
Ormai l'indifferenza è la più assoluta, l'obiettivo è quello di lasciar
vivere i migranti (e non solo!) in condizioni di 'clandestinità', nel
pieno di un razzismo istituzionale basato su negligenza, repressione, disciplinamento e controllo sociale!
Non è un caso che di fronte alla richiesta di sgombero della Casa del
rifugiato da parte della Sopraintendenza, (come apparso oggi su
Repubblica Bari on line) le istituzioni non si mobilitino, non
intervengano politicamente, bensì solo con le armi della legge del più
forte. Come sappiamo i migranti non votano. In campagna
elettorale non producono consenso, anzi un'eventuale intervento nei loro
confronti rischia di non generare voti.
Rivoltiamo la precarietà
Cari e care,
In Italia esistono delle leggi che non ci permettono di vivere dignitosamente.
Come migranti arrivati tra il 2011 e il 2012 dalla Libia dopo un
tormentato viaggio in mare avremmo dovuto vederci riconoscere un
permesso di soggiorno. La questura, al contrario, cerca in ogni modo di
rendere difficile la nostra “regolarizzazione”, chiedendo, per esempio,
ai fini dell’ottenimento del permesso di soggiorno, un certificato di
residenza, ben sapendo che senza permesso di soggiorno è praticamente
impossibile accedere ad un contratto d’affitto, e quindi ad una
residenza. La stessa cosa vale per il lavoro, si pretende un contratto
di lavoro per accedere al permesso di soggiorno.
Accoglienza.
La grande maggioranza dei rifugiati, usciti dal Cara di Bari, non ha un
luogo dove passare la notte. Molti dormono in Piazza Umberto o agli
angoli delle strade. Chi prova a rientrare di nascosto nel Cara, viene
cacciato via in malo modo, senza un briciolo di umanità, nel buio e al
freddo. Tanti si raffreddano, si ammalano, sino a vomitare sangue,
oppure diventano matti. Alcuni migranti con famiglie al seguito, non
riescono ad accedere nemmeno ad un pasto giornaliero. Per questo, alcuni
di noi hanno deciso di occupare uno palazzo pubblico abbandonato da
tanti anni, alla ricerca di un po’ di riparo.
La Casa del Rifugiato. Luce:
Il palazzo non ha fonte di energia. Dormiamo tutti al buio. Il palazzo
era in ristrutturazione e vi sono buchi nel pavimento. Senza luce è
rischioso camminare di sera.
Acqua: all’interno del palazzo non vi è acqua, ma solo all’esterno.
W.c.: non ci sono bagni. Siamo costretti ad utilizzare bagni al di fuori del palazzo, e non possiamo farci docce.
Documenti
e permessi di soggiorno: quasi tutti i migranti che vivono alla Casa
del Rifugiato, sono arrivati dalla Libia, scappando dalla guerra.
Avrebbero dovuto ottenere un permesso di soggiorno ma così non è stato.
Perché?
Non solo. Ci sono anche rifugiati che dopo l’ottenimento dei documenti, non sanno dove dormire.
A
questo proposito segnaliamo un fatto che non riusciamo a spiegarci: i
migranti arrivati a Lampedusa dalla Libia vennero dislocati in vari Cara
in tutta Italia. Sappiamo però, che in alcuni Cara le commissioni hanno
riconosciuto il permesso di soggiorno, ed in altri, come Bari, no,
nonostante i casi fossero gli stessi.
Bari è l’unico luogo che conosciamo, ma stiamo soffrendo. Non abbiamo casa, non abbiamo lavoro, non abbiamo documenti.
Per questo chiediamo che ci venga assegnata un'abitazione. Più
volte abbiamo anche proposto alle istituzioni di assegnare una casa ai
migranti 'espulsi' dal Cara. Siamo pronti anche a ristrutturare un
palazzo, qualsiasi edificio dove siano presenti delle condizioni minime
per viverci dignitosamente. A fronte di queste richieste al momento le
uniche risposte ricevute sono minacce di sgombero senza soluzioni
alternative.
Per questo chiediamo a tutti di sostenerci partecipando al sit-in che terremo giovedì 3 aprile davanti al comune di Bari dalle ore 10 in poi.
Gli abitanti dell'ex-casa del rifugiato
Aprile 2014
Per saperne di più sul permesso di soggiorno a punti leggi qui http:
http://coordinamentomigranti.org/2014/03/28/reato-di-soggiorno-per-punti/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.