sabato 5 ottobre 2013

Do the right thing...occupy! OnTheMove

Tutti ci chiedono “Cos’è On The Move?”. È un collettivo politico? È una crew hip hop? È un’etichetta musicale? È un gruppo di ragazzi che organizza eventi ed iniziative culturali? Siamo tutto questo. (il video autoprodotto)


Ci occupiamo di sradicare le etichette assegnate, perché non vogliamo che sia qualcun altro a dirci cosa siamo. Usiamo la musica hip hop come arma. Arma di protagonismo, narrando le nostre storie, individuali e collettive. Arma di visibilità, perché a volte ci sentiamo invisibili, e invece abbiamo qualcosa da dire.
Attraverso il rap, la cultura hip hop, lo sport e la socialità cerchiamo di costruire, giorno dopo giorno, spazi di confronto, di riflessione e di azione che producono cambiamento nella città in cui viviamo, lavoriamo e studiamo.

Organizziamo eventi ed iniziative politiche, sociali e culturali. Nelle scuole che frequentiamo, nelle università, nelle piazze dove passiamo il nostro tempo libero, negli spazi dove ci incontriamo per costruire i nostri progetti, sviluppare le nostre tecniche, immaginare un mondo diverso da quello in cui viviamo. 
Ci sentiamo parte di una generazione in movimento. Una generazione, la nostra, che si deve prendere le proprie responsabilità, che non può abbassare la testa, che si deve sempre mettere in gioco contro chi, culturalmente, socialmente e politicamente, la vuole al servizio della cultura dominante o di un lavoro precario.

Noi vogliamo farci conoscere, esprimere attraverso i nostri metodi e le nostre arti. Comunicare che un’altra idea di società è possibile. Perché per noi parlare di generazioni in movimento vuol dire vivere la precarietà, lo sfruttamento e il razzismo, vuol dire entrare nella vita di ogni giorno.


Il linguaggio e lo spazio per fare questo non sono già dati, ma li costruiamo insieme, con ogni freestyle, con ogni “pezzo” cantato o dipinto sui muri, con ogni volantino che viene distribuito nelle scuole, nelle università, per le strade. Per questo il rap per noi è centrale, perché è in primo luogo la sperimentazione di nuovi linguaggi, è l’elaborazione, individuale e poi collettiva, di modi sempre nuovi per prendere parola. Siamo una comunità anche se raccontiamo storie individuali, siamo uniti anche se viviamo in una società segregata, siamo in movimento anche se ci viene detto che dobbiamo stare al nostro posto.
NOI SIAMO ON THE MOVE!

da OnTheMove 

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