martedì 22 aprile 2014

I migranti non votano? Sgomberiamo!

Le istituzioni non garantiscono la seconda accoglienza, ma garantiscono invece sgomberi e repressione.
Stamattina gli e le abitanti della ex casa del profugo, dopo alcune settimane di permanenza nella struttura di proprietà della sovraintendenza ai beni culturali, hanno deciso di entrare nel mercato coperto di Poggiofranco.  Anche in questo caso parliamo di una struttura pubblica lasciata al degrado e ormai in totale stato di abbandono da diversi anni. A nulla sono servite le solleccitazioni e le richieste fatte in questi giorni dagli occupanti alle istituzioni locali, in primis al sindaco, nel prendere posizione sullo stato attuale dei e delli rifugiat* nella nostra città, sul diritto dei e delle migranti ad avere una vita dignotosa ed un tetto sulla propria testa. Ma come avevamo previsto, nessun* (compreso il sindaco) ha risposto.

Forse perchè i migranti non hanno diritto di voto e quindi non possono essere dei papabili elettori del centro-sinistra?

 

Senza ribadire nuovamente le responsabilità delle istituzioni locali, in particolare del comune di Bari che ha la competenza e la responsabilità politica di dover garantire la seconda accoglienza, i e le migranti si sono ritrovati a dover trovar una sistemazione più dignitosa di quella precedente, mantenendo intatta la loro volontà di recuperare uno stabile pubblico abbandonato per renderla una casa a tutti gli effetti. Gli stessi protagonisti stanno dimostrando concretamente che un'altra politica di accoglienza nella nostra città sia già praticata partendo dall'autodeterminazione e dell'autorganizzazzione di chi viene lasciato ai margini. Ma nonostante questo stamattina nel giro di un'ora, dopo essere entrat* nella nuova casa, ci si è ritrovati con il solito muro contro muro, le istituzioni hanno utilizzato strumentalmente la legge per reprimere e per sgomberare una struttura occupata per necessità da una soggettività in lotta. Le stesse istituzioni che in uno "stato di diritto" non garantiscono la seconda accoglienza.

I e le occupanti ora sono in sit-in sotto il comune di Bari.

Supportiamoli.

Febbraio 2014

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