martedì 25 novembre 2014

3/12 Bari: Cronache di ordinario razzismo. Presentazione del terzo Libro Bianco


A distanza di quasi tre anni dal Secondo Libro Bianco, Lunaria ripercorre le Cronache di ordinario razzismo che attraversano la vita pubblica e sociale nel nostro paese; questa volta, allungando lo sguardo verso l’Europa, di cui le elezioni svolte nel maggio scorso hanno svelato le pulsioni nazionaliste, xenofobe e populiste.


Un lavoro di monitoraggio, analisi e approfondimento che Lunaria porta avanti da anni, e che promuove quotidianamente con il sito www.cronachediordinariorazzismo.org, denunciando l’evoluzione delle molteplici forme di razzismo nel nostro Paese, dalle discriminazione istituzionali alle stigmatizzazioni mediatiche, dalle violenze fisiche alla retorica politica. Proseguendo il lavoro avviato nel 2007, il testo racconta le discriminazioni e le violenze razziste quotidiane che attraversano i comportamenti sociali, i discorsi della politica, gli interventi delle istituzioni e i messaggi dei media, grazie all’analisi di duemilacinquecentosessantasei casi di discriminazioni e violenze razziste documentati in un database on-line tra l’1 settembre 2011 e il 31 luglio 2014.

Contributi di Paola Andrisani, Sergio Bontempelli, Guido Caldiron, Serena Chiodo, Daniela Consoli, Giuseppe Faso, Grazia Naletto, Enrico Pugliese, Annamaria Rivera, Maurizia Russo Spena, Duccio Zola www.lunaria.org

Ne parliamo Mercoledì 03 dicembre
Università di Bari, palazzo Ateneo piazza Umberto I
2^ piano - aula B


Intervengono:
Serena Chiodo, autrice
Maurizia Russo Spena, autrice
Abu Moro, associazione Solidaria
Gianpietro Occhiofino, giornalista
Comitato No-Cap, Nardò (Le)

A seguire pranzo sociale a sostegno della Cassa di mutuo soccorso per migranti

a cura di Ateneinrivolta e CommuniaNet

lunedì 3 novembre 2014

VERSO LO SCIOPERO SOCIALE! DALLE PAROLE AI FATTI!




Il 29 Ottobre, a Bari, abbiamo partecipato ad un doppio appuntamento verso il Social Strike.

La mattina, nello Spazio in Rivolta autogestito, al II piano del Palazzo Ateneo, si è tenuto un workshop/dibattito, sul dispositivo 'Garanzia Giovani' e sulla precarietà che oggi tutti viviamo, seppur in diverse forme.

Nel pomeriggio, i migranti della Casa del Rifugiato hanno convocato, nell'ex convento di Santa Chiara occupato, sul lungomare barese, la cittadinanza e la stampa per discutere della vertenza della casa e della sua prosecuzione dopo l'ordinanza di sgombero da parte del sindaco Decaro, a seguito dell'incendio divampato nella struttura. Durante l'assemblea si è discusso, inoltre, insieme ad altre organizzazioni pugliesi, di cosa possa essere necessario fare, oggi, per avviare un percorso che porti ad uno sciopero sociale efficace e dal basso.
Oggi è sempre più difficile opporsi a questo sistema che ci opprime, è difficile avere coscienza di ciò che ci circonda e porsi in contrasto, per questo pensiamo sia necessario ripartire da noi, da ogni singolo individuo, da ogni singola situazione e cercare di ricostruire questa società devastata.

Il governo Renzi, espressione degli interessi del capitale e della borghesia europea, sta portando a compimento la soluzione finale che condurrà all’istituzionalizzazione della precarietà come condizione permanente nel mondo del lavoro.
Il processo diabolico attraverso il quale il potere spietato, asservito alle leggi economiche di accumulazione del profitto, vuole condurre nel baratro della schiavitù e della precarietà esistenziale le vite della stragrande maggioranza della popolazione, va ostacolato con forza e determinazione. 

Un esempio emblematico è la 'Garanzia Giovani', programma europeo a sostegno dei giovani cosiddetti NEET (non occupati, non in fase di studio e formazione), per il quale sono messi a disposizione 1,5 miliardi euro. Invece di creare occupazione, la realtà ci sta dicendo altro: si tratta di una politica che creare forza-lavoro di riserva disponibile nel mercato del lavoro. Una sorta di 'business della precarietà' che serve ad arricchire enti di formazione privata, agenzie interinali ed imprese, che gestiranno centinaia di migliaia di giovani da utilizzare per stage, tirocini, corsi di formazione, apprendistato, ossia lavoro gratuito senza nessuna garanzia di assunzione.

Ci ripetono sempre le stesse cose per abbindolarci e addomesticare le nostre menti: dicono che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, che il ciclo economico ci obbliga ad effettuare dei sacrifici spietati ed ingiusti per rimettere in moto la competitività industriale, che i licenziamenti, le restrizioni dei salari, la flessibilità contrattuale e il baratro dell’incertezza sono misure necessarie e inderogabili per inseguire il mito della crescita continua del profitto. Non ci dicono che delle vie alternative sono non solo auspicabili, possibili e necessarie, ma doverose se si vuole evitare la conflagrazione e il disastro sociale.
Il 50 % del PIL italiano si attesta su 1600 miliardi di euro! Basterebbe tassare per lo 0,18% le transazioni finanziarie per poter garantire un reddito sociale di ben 1000 euro mensili per l’INTERO ammontare di giovani disoccupati e precari (ad oggi la categoria più tartassata), anziché ammaliarli con la possibilità inesistente di carriere facili conseguibili con anni di sacrifici, massicci investimenti pecuniari e anni di vita tormentati!
Il 10 % della popolazione detiene il 50% delle ricchezze!

E’ necessaria una profonda redistribuzione per poter permettere la ricostituzione di un tessuto sociale in cui i sacrifici vengano condivisi e i profitti socializzati! I redditi degli industriali e banchieri non vengono toccati, anzi protetti ed esentati da tassazione, mentre nelle strade il braccio armato dello stato usa la forza contro disoccupati e lavoratori in sciopero.
La situazione non è mai stata così grave, la deriva sociale e la schiavitù permanente è ad un passo dal contrassegnare le nostre vite, le nostre speranze e i nostri legami..

Per questo il 14 novembre vogliamo costruire un ulteriore momento di mobilitazione per far sì che le varie vertenze presenti sul territorio (dal diritto alla casa alla salvaguardia del posto di lavoro, dalla lotta alla precarietà alla difesa della salute e per un ambiente salubre) possano incontrarci, connettersi le une con le altre e condividere rivendicazioni comuni: da un reddito di base per tutti al salario minimo europeo.


LUNEDÌ 3 NOVEMBRE, alle ore 16.30, si terrà un’assemblea organizzativa per lo Sciopero Sociale a Bari, presso l’ex convento di Santa Chiara occupato.

Ripartiamo da noi!
Incrociamo le braccia, incrociamo le lotte!

Per info vienici a trovare nello Spazio In Rivolta, II piano, Palazzo Ateneo
Pagina fb: AteneinRivolta Bari



#VERSOLOSCIOPEROSOCIALE #14NOVEMBRE

mercoledì 18 giugno 2014

Dalla Casa del Rifugiato lettera aperta al Sindaco e Prefetto di Bari

Lettera al Sindaco e Prefetto di Bari
 
Cari e care, come abitanti della Casa del Rifugiato sul lungomare di Bari abbiamo deciso di scrivere questa lettera per informarvi della nostra situazione attuale e di come le Istituzioni non hanno risposto alle nostre richieste e disatteso qualsiasi promessa. Per vivere all’interno della Casa al momento non abbiamo usufruito di nessun servizio sociale basilare in quanto rifugiati, ma ancora prima in quanto persone:
1. Elettricità
2. Acqua
3. Servizi igienici, quali bagni e docce
4. Residenza
Da quando siamo entrati in questa struttura (11 febbraio 2014), dopo qualche giorno è stata disconnessa la corrente elettrica. Dopo quattro mesi, come Istituzioni non solo non avete garantito nulla, ma addirittura ci avete tolto quel minimo che avevamo trovato all’interno dell’edificio.
Però non ci siamo arresi. Abbiamo organizzato diverse manifestazioni e scritto altre lettere per chiedervi tutto questo. Nel frattempo abbiamo deciso di provvedere direttamente in prima persona e così crearci un’abitazione dignitosa. Abbiamo creato delle stanze per dormire e per rispondere alle esigenze di vita quotidiana grazie al riuso di mobilio e arredamento.

domenica 15 giugno 2014

Fuori dal Ghetto? La storia si ripete!


Una storia che si ripete, quella che sta andando in scena in queste settimane, e che si snoda attorno all’ormai celebre Grand Ghetto di Rignano Garganico (FG) – una baraccopoli sorta alla fine degli anni Novanta e abitata prevalentemente da lavoratori agricoli di origine africana, attualmente sotto minaccia di sgombero. Anzi, di ‘svuotamento’, secondo gli equilibrismi linguistici delle istituzioni pugliesi che, dopo anni di quasi totale silenzio, si stanno attivando con un progetto dal nome e dai contenuti anch’essi piuttosto funambolici: ‘Capo Free, Ghetto Off’.

Lo scandalo scatenato oltralpe da un documentario dell’emittente France2, che denunciava il grave sfruttamento che si cela dietro diversi prodotti agroalimentari commercializzati da alcune catene di supermercati francesi, ha senz’altro sortito qualche effetto. E lo stesso si può dire dei servizi di un altro gigante mediatico come la BBC e delle iniziative di boicottaggio avvenute in Norvegia e Gran Bretagna. La domanda potrebbe dunque farsi strada tra i più cinici: alle istituzioni sta davvero a cuore combattere lo sfruttamento, oppure il loro obiettivo principale è quello di salvaguardare l’immagine della regione e delle imprese locali nel mondo?

Stando alle dichiarazioni della giunta regionale, quello da poco approvato è un piano di azione sperimentale per un’accoglienza dignitosa e il lavoro regolare dei migranti in agricoltura che prevede, tra l’altro, l’allestimento di ben cinque tendopoli della Protezione civile entro il primo luglio, per un totale di 1250 posti disponibili fino al 30 settembre. I fondi (circa un milione e trecentomila euro, a giudicare dalla delibera dello scorso 2 aprile – che però non dà indicazioni molto chiare a riguardo) saranno probabilmente stornati da quelli precedentemente utilizzati per la fornitura di acqua e bagni chimici e per il presidio sanitario di Emergency (in questi anni, una volta alla settimana, un solo poliambulatorio mobile ha fornito cure di base a un insediamento in continua espansione, che nel picco della stagione ospita fino a 1500 persone). A quanto sembra, solo tre dei cinque siti sono stati finora individuati: l’area servizi dell’ex-aeroporto militare di Amendola; un sito in località Vulgano; il terreno adiacente all’albergo diffuso che si trova nel comune di San Severo. Eppure, finora, non c’è l’ombra di una tenda.

giovedì 5 giugno 2014

Casa del Rifugiato Bari - negligenza istituzionale, diritto alla casa, autorganizzazione



Comunicato stampa di Rivoltiamo la Precarietà.

Nel più totale silenzio istituzionale (siamo in campagna elettorale, e si sa che parlare di diritti dei migranti fa perdere voti), la vita nella Casa del rifugiato sul lungomare di Bari prosegue.
Ai 30 rifugiati che l’otto febbraio scorso decisero di meritare un giaciglio più dignitoso dei marciapiedi dopo essere stati allontanati in malo modo dal centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari-Palese, riappropriandosi dello stabile di proprietà della Sovrintendenza ai Beni Culturali, se ne sono aggiunti molti altri, e aumentano di giorno in giorno.
All’interno si è formato un comitato che include rappresentanti di tutte le nazionalità presenti che decide in maniera assembleare e autorganizzata le regole di convivenza quotidiana, e si confronta sulle problematiche che via via si presentano.

martedì 3 giugno 2014

Firma del Protocollo d’Intesa per l’avvio del Progetto “Autorecupero Socrate”


Bari. A distanza di un anno dal Tavolo Tecnico che ha dato l’avvio al percorso per il riconoscimento del progetto “Autorecupero Socrate”, GIOVEDÌ 22 maggio, alle ore 11.30 presso la sede della Presidenza della Regione Puglia è stato siglato il “Protocollo d’Intesa finalizzato alla realizzazione di un cantiere scuola per il recupero dell’immobile denominato ex Socrate”, a Bari.


Con questo atto formale i diversi attori coinvolti - l’associazione “Socrate”, la Regione Puglia, il Comune di Bari, lo IACP, il Formedil-Bari, il Politecnico di Bari e l’associazione “Ingegneria Senza Frontiere - Bari”- confermano la loro volontà ed il loro impegno a costruire insieme i prossimi passi per restituire la struttura del Socrate ad un uso sociale, quello di garantire una casa per gli attuali abitanti dell’Ex Liceo Occupato.
La proposta nasce dell’esperienza di occupazione a scopo abitativo dell’ex sede del liceo classico “Socrate”, di proprietà del Comune di Bari, sito in via Fanelli 206/16b.
Abbandonato a partire dal 2004 a causa di problemi che ne hanno comportato l’inagibilità, dal dicembre 2009 è occupato e vissuto da circa 120 rifugiati politici provenienti dal Corno d'Africa – Eritrea, Sudan ed Etiopia – costretti dalle normative sull’immigrazione a stazionare presso i territori di competenza per comunicare periodicamente la loro presenza.
Nel maggio 2011 è nata una collaborazione tra la comunità di migranti (attualmente composta da circa 60 persone ed organizzata nell’Associazione “Socrate”), l’associazione Ingegneria Senza Frontiere – Bari ed il Collettivo Rivoltiamo la Precarietà per promuovere un “progetto partecipato di recupero della struttura”

Netzanet, autoproduzioni a sfruttamento zero

Cos'è Netzanet?
Netzanet in tigrino significa libertà. La libertà per i migranti di poter circolare senza dover essere soggetti a continue espulsioni e respingimenti; libertà di essere padron* del proprio corpo e della propria forza lavoro senza dover subire i continui ricatti di padroni, caporali e multinazionali. La libertà nel rivendicare una accoglienza, e perché no, un mondo diverso!
Netzanet è un progetto che vuole legare la riappropriazione e il riuso immobiliare a scopo abitativo (come ad esempio i percorsi di occupazione e autogestione di alcuni rifugiati politici a Bari: l'ex liceo Socrate e l'ex casa del rifugiato) all’esperienza di avviamento di un'attività lavorativa per alcuni migranti, giovani disoccupat* e precari*, attraverso le autoproduzioni di prodotti locali e di conserve. L'obiettivo del progetto è anche quello di inserirsi in un circuito di produzione e distribuzione 'fuori mercato' e a 'sfruttamento zero’. Attraverso l'avvio delle autoproduzioni si vuole sperimentare anche un nuovo modo di vivere le relazioni umane fuori dalle logiche della concorrenza e della produttività, attraverso la socializzazione e la condivisione di pratiche positive e innovative.

La filiera fuori mercato
Tra le varie produzioni in conserva originarie della terra pugliese abbiamo pensato di iniziare con la salsa di pomodoro.
Perché proprio la trasformazione dell'oro rosso? Perché la Puglia negli ultimi anni è diventata tristemente famosa per il diffondersi del caporalato e per lo sfruttamento dei braccianti, il più delle volte lavoratori/trici migranti. Proprio per questo motivo abbiamo pensato di iniziare nel nostro piccolo a rovesciare questa immagine. Pensiamo ad una filiera produttiva 'altra', fuori dalle logiche di sopraffazione.