lunedì 3 novembre 2014

VERSO LO SCIOPERO SOCIALE! DALLE PAROLE AI FATTI!




Il 29 Ottobre, a Bari, abbiamo partecipato ad un doppio appuntamento verso il Social Strike.

La mattina, nello Spazio in Rivolta autogestito, al II piano del Palazzo Ateneo, si è tenuto un workshop/dibattito, sul dispositivo 'Garanzia Giovani' e sulla precarietà che oggi tutti viviamo, seppur in diverse forme.

Nel pomeriggio, i migranti della Casa del Rifugiato hanno convocato, nell'ex convento di Santa Chiara occupato, sul lungomare barese, la cittadinanza e la stampa per discutere della vertenza della casa e della sua prosecuzione dopo l'ordinanza di sgombero da parte del sindaco Decaro, a seguito dell'incendio divampato nella struttura. Durante l'assemblea si è discusso, inoltre, insieme ad altre organizzazioni pugliesi, di cosa possa essere necessario fare, oggi, per avviare un percorso che porti ad uno sciopero sociale efficace e dal basso.
Oggi è sempre più difficile opporsi a questo sistema che ci opprime, è difficile avere coscienza di ciò che ci circonda e porsi in contrasto, per questo pensiamo sia necessario ripartire da noi, da ogni singolo individuo, da ogni singola situazione e cercare di ricostruire questa società devastata.

Il governo Renzi, espressione degli interessi del capitale e della borghesia europea, sta portando a compimento la soluzione finale che condurrà all’istituzionalizzazione della precarietà come condizione permanente nel mondo del lavoro.
Il processo diabolico attraverso il quale il potere spietato, asservito alle leggi economiche di accumulazione del profitto, vuole condurre nel baratro della schiavitù e della precarietà esistenziale le vite della stragrande maggioranza della popolazione, va ostacolato con forza e determinazione. 

Un esempio emblematico è la 'Garanzia Giovani', programma europeo a sostegno dei giovani cosiddetti NEET (non occupati, non in fase di studio e formazione), per il quale sono messi a disposizione 1,5 miliardi euro. Invece di creare occupazione, la realtà ci sta dicendo altro: si tratta di una politica che creare forza-lavoro di riserva disponibile nel mercato del lavoro. Una sorta di 'business della precarietà' che serve ad arricchire enti di formazione privata, agenzie interinali ed imprese, che gestiranno centinaia di migliaia di giovani da utilizzare per stage, tirocini, corsi di formazione, apprendistato, ossia lavoro gratuito senza nessuna garanzia di assunzione.

Ci ripetono sempre le stesse cose per abbindolarci e addomesticare le nostre menti: dicono che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, che il ciclo economico ci obbliga ad effettuare dei sacrifici spietati ed ingiusti per rimettere in moto la competitività industriale, che i licenziamenti, le restrizioni dei salari, la flessibilità contrattuale e il baratro dell’incertezza sono misure necessarie e inderogabili per inseguire il mito della crescita continua del profitto. Non ci dicono che delle vie alternative sono non solo auspicabili, possibili e necessarie, ma doverose se si vuole evitare la conflagrazione e il disastro sociale.
Il 50 % del PIL italiano si attesta su 1600 miliardi di euro! Basterebbe tassare per lo 0,18% le transazioni finanziarie per poter garantire un reddito sociale di ben 1000 euro mensili per l’INTERO ammontare di giovani disoccupati e precari (ad oggi la categoria più tartassata), anziché ammaliarli con la possibilità inesistente di carriere facili conseguibili con anni di sacrifici, massicci investimenti pecuniari e anni di vita tormentati!
Il 10 % della popolazione detiene il 50% delle ricchezze!

E’ necessaria una profonda redistribuzione per poter permettere la ricostituzione di un tessuto sociale in cui i sacrifici vengano condivisi e i profitti socializzati! I redditi degli industriali e banchieri non vengono toccati, anzi protetti ed esentati da tassazione, mentre nelle strade il braccio armato dello stato usa la forza contro disoccupati e lavoratori in sciopero.
La situazione non è mai stata così grave, la deriva sociale e la schiavitù permanente è ad un passo dal contrassegnare le nostre vite, le nostre speranze e i nostri legami..

Per questo il 14 novembre vogliamo costruire un ulteriore momento di mobilitazione per far sì che le varie vertenze presenti sul territorio (dal diritto alla casa alla salvaguardia del posto di lavoro, dalla lotta alla precarietà alla difesa della salute e per un ambiente salubre) possano incontrarci, connettersi le une con le altre e condividere rivendicazioni comuni: da un reddito di base per tutti al salario minimo europeo.


LUNEDÌ 3 NOVEMBRE, alle ore 16.30, si terrà un’assemblea organizzativa per lo Sciopero Sociale a Bari, presso l’ex convento di Santa Chiara occupato.

Ripartiamo da noi!
Incrociamo le braccia, incrociamo le lotte!

Per info vienici a trovare nello Spazio In Rivolta, II piano, Palazzo Ateneo
Pagina fb: AteneinRivolta Bari



#VERSOLOSCIOPEROSOCIALE #14NOVEMBRE

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