sabato 3 agosto 2013

C.S Comitato Art.33 Bari su finanziamenti pubblici a scuole private.

La polemica sui finanziamenti alle scuole dell’infanzia private, suscitata delle intenzioni manifestate dall’Assessore alla Pubblica Istruzione Losito di “congelare” i finanziamenti per garantire il servizio scuolabus messo a rischio dalle ristrettezze economiche del Comune, è un’occasione per ricominciare a parlare di diritti dell’infanzia e di scuola pubblica nella nostra città.

Ridurla ad una diatriba fra Ente Locale o, peggio, fra singolo assessore e gestori delle private, sarebbe del tutto fuorviante. E’ bene invece riportare il discorso su quello che l’Amministrazione deve fare per garantire il diritto dei bambini/e ad avere una scuola pubblica gratuita e di qualità e poter fruire dei servizi ad essa connessi (mense e trasporto). Questo rientra nella specifica funzione dell’Ente locale e a questo devono essere destinate le risorse del civico bilancio, da orientare esclusivamente nell’interesse della cittadinanza e non di una parte di essa.


A Bari vi sono scuole dell’infanzia statali, comunali e private. Le prime due sono in condizioni di gravi difficoltà, a causa dei tagli di risorse e di personale e dei vincoli del patto di stabilità, come sanno bene le lavoratrici/ori e le famiglie, troppo spesso chiamate a contribuire economicamente sin dai primi anni della scuola di base o ad accontentarsi di un tempo scuola limitato e inconciliabile con i ritmi e le esigenze familiari.

Le scuole private paritarie, oltre alle rette, fruiscono di cospicui finanziamenti, statali, regionali e anche comunali.
Questo è contrario all’art.33 della Costituzione, che lo nega espressamente. Il fatto che una legge dello Stato da qualche anno lo consenta non cambia i termini della questione. La funzione della scuola pubblica va ben oltre la semplice erogazione di un servizio a domanda: è quella di garantire che tutti e tutte, senza alcuna distinzione ed anzi rimuovendo qualsiasi ostacolo di natura sociale, economica e personale, possano formarsi e accedere a tutti gli ordini di scuola. E’ laica, pluralista, gratuita.

Lo stesso non si può dire, né lo si pretende, della scuola privata. Qui non si vuole mettere in discussione il diritto delle scuole private ad esercitare la loro funzione, anch’essa garantita dalla Costituzione, e neppure il diritto di alcune famiglie di optare una scelta verso di esse per i propri figli. Purché i costi non ricadano sulle spalle, ed anzi a scapito, della collettività e auspicando che tale scelta non sia dettata da uno stato di necessità: nel caso di insufficiente risposta del Comune alla domanda delle famiglie o di inadeguatezza del tempo scuola, delle strutture e dei servizi connessi. 

E’ persino paradossale che addirittura si rinunci allo scuolabus per sovvenzionare le private.
Quello che servirebbe è rifondare il welfare comunale e rilanciare la scuola pubblica, statale e comunale, ripensandone i tempi e utilizzando in tal senso tutte le risorse economiche, gli spazi e le strutture a disposizione. Non è un’impresa impossibile, sono scelte di cui rendere conto alla cittadinanza. Da questo punto di vista, più che “congelare” i fondi alle private, si tratta di rivedere completamente i termini della Convenzione, destinando diversamente quel mezzo milione di euro.

Il Comitato Art. 33 Bari è impegnato e si mobiliterà su questo terreno, culturale e sociale: la difesa e il rilancio della scuola pubblica, come presidio di democrazia e di legalità.

Bari, 28 luglio 2013

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