domenica 1 dicembre 2013

Regalati e regala un libro

In uscita per Edizioni Alegre tre nuovi libri di scritture resistenti che raccontano i tempi moderni e la visione di un futuro anteriore
 
 
I tempi che corrono (224 pag. 15 euro)
In questo libro Angelo Ferracuti raccoglie i reportage scritti sul campo negli ultimi anni, spostandosi sui treni, in corriera o addirittura a piedi, in un non comune impegno per il racconto dal vero.
Ne I tempi che corrono l’autore racconta il mondo del lavoro con la voce dei protagonisti, quasi sempre lavoratori vittime della sopraffazione e del profitto, di cui aveva già dato prova nei suoi precedenti libri. E descrive i ritratti di alcuni intellettuali di oggi e di ieri come Fenoglio, Pasolini, Brecht, Luigi Di Ruscio, il musicista Charlie Haden o il fotografo Mario Dondero di cui è testimonianza la foto di copertina.
Come ha scritto Massimo Raffaeli, «la nettezza del segno e il ritmo incalzante, una partecipazione emotiva che mai si sottrae alla resa obiettiva dei fatti, iscrivono la pagina dello scrittore fermano nella costellazione degli scrittori più amati, da Sherwood Anderson e George Orwell a Ryszard Kapuściński».
«“Un popolo degenerato, mostruoso, criminale”…”non ho speranze, non mi disegno un mondo futuro, tendo verso una forma anarchica”… Cosa avrebbe pensato Pasolini di
questa Italia? Cosa direbbe del popolo immigrato e disperato, della guerra in Iraq? Non debbo farmi più queste domande, inutile. Anzi debbo farmele più spesso. Promesso.»

Angelo Ferracuti, scrittore e reporter, ha pubblicato i racconti di Norvegia (Transeuropa, 1993), i romanzi Nafta (Guanda, 2000), Attenti al cane (Guanda, 1999), Un poco di buono (Rizzoli, 2002), i reportage narrativi Le risorse umane (Feltrinelli, 2006 - Premio “Sandro Onofri”, tradotto in Spagna da Mettok), Viaggi da Fermo (Laterza, 2009), Il costo della vita (Einaudi, 2013, Premio Lo Straniero). Scrive per il manifesto, L’Indice, per la rivista Letteraria e per la casa editrice Ediesse dirige la collana “Carta bianca”.



Gezi Park. Coordinate di una rivolta (192 pag. 14 euro)
Gezi Park, un nome che nell’estate 2013 ha dominato per settimane le cronache globali, associato a immagini che mescolavano imponenti schieramenti di polizia, nuvole di lacrimogeni, volti insanguinati ma soprattutto folle festanti e accampamenti colorati. Dopo quella di Erdoğan, del miracolo economico e della “cool Istanbul” meta privilegiata del turismo internazionale, con Gezi il mondo ha scoperto anche la Turchia che si ribella e l’energia di un paese che reclama nuove forme di partecipazione e spazi di libertà. Da allora Gezi Park si è trasformato in un marchio, un’icona capace di suscitare interpretazioni inverosimili ma anche entusiasmi spericolati e che è divenuta fonte di ispirazione per altre mobilitazioni di portata globale.
Questo volume collettivo, frutto del lavoro di un gruppo di autori che studiano la Turchia e che l’erba di Gezi l’hanno calpestata per davvero, si propone di offrire una cassetta degli attrezzi per ricostruire e comprendere quanto successo per le strade di Istanbul e della Turchia. Una descrizione della rivolta da angolazioni differenti per comprendere anche le complessità spesso trascurate se non del tutto ignorate. Con la consapevolezza che dopo Gezi “nulla sarà più come prima”. In Turchia e altrove.

«Tutto intorno il caos, e molte persone in gravi condizioni. La polizia attacca persino i feriti e le persone rifugiatisi al Divan Hotel, un albergo situato alle spalle del parco, che da giorni funge anche da ambulatorio di emergenza. Spara i lacrimogeni al suo interno, come continua a lanciarne sull’Istiklal, il viale dove intanto si sono ammassati i manifestanti. Tutta la notte le proteste continuano come proseguono anche gli attacchi della polizia. Per la Turchia è un giorno triste. Quando spunta il sole, la mattina dopo, l’oscurità della notte non è riuscita a ingoiare la violenza e la brutalità. Buongiorno Gezi, la lotta continua».
Autori: Moira Bernardoni, Fazila Mat, Piero Maestri, Lea Nocera, Fabio Salomoni, Fabio Ruggiero


Come uscire dalla crisi. Per una nuova finanza pubblica e sociale (256 pag. 15 euro)
Dal 2007 la crisi non fa che peggiorare i suoi effetti economici e sociali, e i grandi economisti, i “Bocconi boys” consiglieri dei Governi negli ultimi vent’anni, continuano a proporre come rimedio politiche di austerità, per poi scoprire che sono le stesse che l’hanno causata.
In questo libro, 11 originali contributi di economisti e attivisti sociali, frutto di oltre due anni di confronti pubblici, smascherano le false argomentazioni utilizzate da Oligarchi e Accademici liberisti.
Gli autori analizzano e smontano le teorie del debito pubblico fuori controllo, identificano i passaggi essenziali per determinare una reale equità fiscale, scoprono i nessi finanza/lavoro, tematizzano le opzioni di riconversione ecologica della produzione e illuminano le pratiche di autogestione eco-produttiva, giungendo a proporre un’innovativa forma di finanza pubblica, in primis attraverso la riappropriazione sociale di Cassa Depositi e Prestiti.
Uscire dalla crisi si può, ma mettendo in soffitta quarant’anni di politiche neoliberiste e ripensando un nuovo modello di società.

«L'attuale recessione non è legata al fatto che non ci sono soldi. I soldi ci sono, e sono pure troppi. È che stanno tutti dalla parte sbagliata».
Autori: Andrea Baranes, Marco Bersani, Marco Bertorello, Danilo Corradi, Roberto Errico, Francesco Gesualdi, Vittorio Lovera, Gigi Malabarba, Damien MIllet, Stefano Risso, Eric Toussaint, Antonio Tricarico, Guido Viale.






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